In questa estate veramente calda, un gruppo di nostri Soci storici, amici di lunga data, è andato alla scoperta di fondali marini: Sardegna, Corsica, Pianosa e, naturalmente, il nostro mare elbano che negli ultimi anni, grazie alle zone protette, ha visto il moltiplicarsi di molte specie mediterranee. Un breve racconto che ci porta ad esplorare il profondo blu
Sardegna e Corsica
Un’uscita in mare con gli amici storici è sempre un piacere: si comincia imbarcando le bombole, faticose da maneggiare a terra ma indispensabili per le immersioni, e poi si caricano a bordo bottiglie di vino (Prosecco se possibile) e qualche cibaria appetitosa, indispensabili per dopo l’immersione. Approfittando di questa stagione 2023 “infinitamente bella” ci ci siamo diretti verso qualche punto di interesse per la nostra prospettiva subacquea. Il meteo favorevole (che ha creato situazioni di caldo opprimente per chi è rimasto a lavorare in città) ci ha consentito di navigare verso quasi tutte le mete più gettonate. Mare quasi sempre calmo, acqua calda in superficie, ma un drastico “salto” termico (il cosiddetto termoclino) attorno ai 18/20 metri di profondità, una quota in cui la temperatura scendeva a livello di torrente di montagna, le cui trasparenze notevoli ci hanno consentito di catturare immagini suggestive. Ci siamo avventurati fino all’Asinara in Sardegna, con una sosta alle Cerbicali (Sud-Est Corsica) dove abbiamo apprezzato e compreso il grande vantaggio offerto dalla tutela degli habitat ai fini della biodiversità marina. Non solo cernie di grande taglia, ma anche Dentici, Corvine, Saraghi, Barracuda sornioni, tutti approcciabili e fotografabili con un po’ di accortezza.
Il mare di casa
Nel nostro mare elbano, assieme agli amici di Elba Diving, abbiamo organizzato un’immersione ad una delle boe di Pianosa, ed è stato davvero notevole l’impatto con un habitat quasi incontaminato.
Ma anche un tuffo allo Scoglietto (sul presto al mattino, per evitare l’affollamento estivo dei bagnanti) offre sempre ottimi spunti. L’area - protetta da decenni - ha visto proliferare quasi tutte le specie mediterranee che hanno imparato (a loro spese) a muoversi solo all’interno dello spazio fisico dell’oasi marina. Cernie curiose e pigre Corvine si sono fatte fotografare senza problemi. Poi con calma siamo risaliti, mentre - tolte le mute - già pensavamo (con un bicchiere di frizzantino in mano) alla prossima “girata”.
Si ringrazia il Consigliere Giuseppe "Popi" Adriani per il racconto e le splendide immagini