“Buongiorno Giovanni”, “buongiorno a te Sergio”, ci saremmo salutati ancora, così come di consueto, come nelle settimane trascorse, non immaginando che di lì a poco sareste scomparsi dalla vista. Come in una sorta di foto panoramica del nostro bel lungomare da cui qualcuno avesse “sbianchettato” per dispetto, alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia stessa di Marciana.
E vi ho voluto riunire in questo pensiero, proprio per questa “malaugurata scelta” di lasciarci quasi in contemporanea, insalutati ospiti di un mondo che sta cambiando sempre più in fretta. E che per la troppa fretta trascura affetti, amicizie, e anche semplici gesti di cortesia, legati magari a un saluto di convenienza.
Sergio a braccia conserte, appoggiato al muro consunto dal salino, lo sguardo un po’ ironico, sempre impegnato a discutere di quelle “teste di cavolo” (per dirla in maniera garbata) dei suoi compaesani a cui era comunque indissolubilmente legato. Giovanni (marittimo doc, con il cappello di panno ben calcato in testa, a testimonianza di un clima che “non si sa mai”) sulla sua inseparabile bici che, grazie agli artifici della tecnica, gli consentiva di spaziare sempre attorno al porto, come il giovanotto di un tempo, scambiando battute col pescatore di turno.
L’eclettismo di Sergio, che alcuni confondevano col pressappochismo, era in grado di farlo saltare dal tema dei funghi appena nati (sempre “primo” ad atterrare nella fungaia più remota) alla stress indotto dalla torsione di un componente strutturale di uno scafo in fibra di carbonio! Tavole infinite di disegni e progetti navali, accumulati su tavoli in cui, purtroppo, la polvere si è andata accumulando. Difficile starti dietro; non eri adatto a tutti e non tutti potevano apprezzare la tua ritrosia, e innata resistenza alle convenienze sociali. E che dire di Giovanni (per decenni lì, a dare il benvenuto sul “vero” traghetto, la Toremar di allora, sempre guardando in alto, per capire dove soffiava il vento, al momento dell’apertura del portellone passeggeri) e dei tuoi fantastici interventi in occasione delle assemblee del Circolo? Quando alle assemblee partecipavamo in tanti e noi del consiglio si stava attenti, direi guardinghi, nei tuoi confronti.
L’ultima parola, prima di salutarsi era sempre la tua, e possibilmente agli antipodi di tutto ciò che era stato deciso fino a quel momento. Un grande “bastian contrario” intriso di saggezza marinara. Che mi guardava dall’alto in basso, senza spocchia, come è abitudine nei confronti di un “bimbo”!
Entrambi ci mancherete e quando passerò nel nostro piccolo cimitero, farò in modo di portare un saluto a tutti e due, promesso!
Con tristezza, dal Popi-2019