La “gnacchera”, la più grande bivalve del Mediterraneo

Sempre con la collaborazione del consigliere “PopI” Adriani questa volta parliamo di un mollusco davvero speciale, la “Gnacchera”, un grande bivalve che vive solo nel nostro mare, e purtroppo a rischio estinzione. Dalle parole di Adriani non solo informazioni ma anche ricordi personali e forse un po’ di nostalgia…

Lo sapevate che… la "gnacchera" ovvero la oramai quasi a rischio estinzione Pinna nobilis, fino agli anni ’60 prosperava tra le macchie di Posidonia ed era diffusissima in ogni rada? Stiamo parlando di molluschi dotati di una conchiglia formata da due valve incernierate, e che si nutrono filtrando l’acqua e trattenendo tra le branchie le particelle organiche trasportate dalla corrente.
La Pinna nobilis è inconfondibile e visibile chiaramente sul fondale grazie alla sua conchiglia che può raggiungere e superare il metro di lunghezza e i 25 anni d’età. Molti anni fa, prima che ne fosse proibita la raccolta, quasi tutti i subacquei neofiti ne facevano incetta, sia per mangiarne il muscolo alquanto compatto e saporito, sia per collezionarne le perline variegate che si trovavano all'interno del bivalve davvero imponente. Un ospite originale di tale ventaglio di madreperla era un piccolo crostaceo diafano, il "Pinnotheres" che appunto trascorreva la sua esistenza da simbionte all'interno del mollusco.
Ma all’Isola d’Elba con “gnacchera” non si intendeva solo il mollusco, era anche il nome con cui fu battezzata la graziosa baracca realizzata nel golfo di Procchio, un gioiello a due passi dalla battigia, dove i "navicelli" o Leudi andavano a caricare la rena; si trattava di una struttura in legno prefabbricata di fattura inglese, costruita poco dopo il secondo conflitto mondiale a cura di Aldo Olschki, direttore della casa editrice Leo S. Olschki. L’editore aveva fatto costruire successivamente anche un’altra struttura, il Mugghiatoio, e le due baracchine, in quel piccolo paradiso terrestre a due passi dal mare, erano diventate ben presto luogo di ritrovo degli intellettuali e degli artisti più in voga del momento, che ricompensavano l’ospitalità di Olschki con disegni e acquarelli.

Grazie all’estro della figlia di Aldo, Marcella Olschki, scrittrice e giornalista italiana, i magnifici gusci della gnacchera dalle molteplici iridescenze venivano decorati con bordature d'argento per creare originali vassoi. In quel periodo il mare era ricco di questi molluschi ed era facile trovarne i gusci sulla spiaggia di Procchio, attorno alle due baracchine. Adriani ricorda che da bambino con sua madre e con Rita, moglie di Aldo Olschi, (le due signore erano molto legate da una solida amicizia) trascorreva in quei luoghi momenti indimenticabili, nell’ombra dei lecci secolari, davanti a un mare che ai tempi non conosceva le plastiche!

Intanto il turismo stava prendendo campo all’Isola d’Elba e il golfo di Procchio, come altre località dell’isola, si andava lentamente trasformando: alcuni dei tratti salienti, immortalati nei dipinti del pittore Lloyd intimo amico di famiglia Olschki, scomparivano per lasciare spazio a costruzioni più “balneari”, e i Leudi e le Tartane non accostavano più alla battigia per caricare la rena.

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