Grazie alla preziosa collaborazione del nostro tesoriere “Popi” Adriani, anche questa volta vi raccontiamo qualche curiosità (ma anche qualche cenno storico) sulle isole dell’Arcipelago. Oggi parliamo di Pianosa e in particolare delle catacombe, strutture imponenti per le dimensioni ridotte dell’isola che, insieme ad altri siti archeologici presenti, ne testimoniano l’importanza strategica per le popolazioni che vi abitarono
Una visita a Pianosa in Primavera è sicuramente un grande svago per i nostri sensi. Luci, colori, profumi incredibili, in mezzo al ronzare di una miriade di insetti, tra Cisti e Ginestre in fiore, rendono questa esperienza (specie per i neofiti) davvero indimenticabile. Una camminata lungo i sentieri di cui è disseminata l’isola, con gli scorci a sorpresa di un mare dai riflessi turchesi, rimarrà per sempre impressa nei ricordi di un escursionista non preparato a questo “balzo indietro nel tempo”.
Ma se per caso riusciste a programmare una visita alle suggestive catacombe di cui il sottosuolo di Pianosa è ricco, per una lunga serie di motivi che possono essere approfonditi da chi ne ha interesse, ecco che l’incanto di questa esperienza è completo! Si tratta di una vasta rete di cunicoli paleo cristiani (sicuramente la più vasta estensione di ipogei catacombali a Nord di Roma) databili tra il 3° ed il 4° secolo D.C. Le catacombe, scavate nelle rocce lungo l'area costiera, furono utilizzate come luogo di sepoltura dalle prime comunità cristiane che insediarono l'isola. Rispetto alle dimensioni dell’Isola stessa sono strutture davvero imponenti, il che assieme alle terme di Agrippa a poche centinaia di metri, prospicienti la splendida Cala Giovanna, fanno ipotizzare un’importanza strategica non trascurabile di questo sperduto fazzoletto di terra all’epoca di Roma Imperiale. Insomma, le sorprese che può riservare Pianosa sono innumerevoli…
Di questo era convinto anche Attilio Zuccagni Orlandini (1836) che riportava nel suo testo Topografia Fisico storica dell’Isola di Pianosa del mar Toscano (in un epoca in cui si risentiva ancora l’influenza del passaggio, seppur fugace, di Napoleone in queste isole) queste parole:
“Pianosa. Nome dato con poca variazione alla antica Planesia, cosiddetta giustamente poiché tutta pianeggiante, non essendovi che un monticello chiamato di Gian Filippo… È a mezzodì dell’Elba, distante dalla punta di Fetovaja sole miglia otto….Evvi una boscaglia di ulivi inselvatichiti che oltrepassano i 15.000, con altrettanti giovani piantoncelli…Gli Elbani, specialmente quei di Campo, pagando una corresponsione al fittuario che cambiasi annualmente, vi fanno in un anno sementa di cereali, e nel successivo vi mandano i bestiami a pastura. Riparano quei coloni, in grotte sotterranee, somiglianti a sepolcreti, sparse per l’Isola; non essendovi altri edifizi che un abituro per Comandante del presidio, una casetta sanitaria, una caserma, una piccola chiesa ed un forte…