“Oh Carlina, che hai visto che bel sughettino ci ha fatto i’Brandi, bravoooo i’Brandiii “
Ecco queste sono le parole uscite, con un tono burbero, dalla bocca del nostro amico Arnaldo dopo una cena di pesce a S. Andrea che riuniva tutti noi pescatori ma soprattutto amici, sono il ricordo più simpatico di questo personaggio che questo agosto ci ha tristemente lasciati.
Si, Arnaldo era un personaggio con la P maiuscola: sembrava uscito da un libro di Jules Verne quando, con quel suo gesticolare di mani, con quella facciona lentigginosa di chi come lui nasce rosso di capelli, raccontava come innescare una aguglia sul finale di traina, o di come quella volta che aveva perso una grande ricciola ormai vinta, proprio sotto la barca.
Arnaldo è stato per tutti noi un maestro di pesca, anzi, come dice il mio amico Franco, “Il
Maestro”: negli anni '70, dopo essere andato in pensione giovanissimo, si era
praticamente trasferito a Marciana Marina nella sua bella casa nel villaggio S. Pietro, ed aveva iniziato con un gozzo a pescare a traina seguendo i consigli di un tale siciliano che si dice abbia portato all’Elba la tecnica della “cciaina”, ovvero traina in dialetto palermitano.
Con Arnaldo, nonostante 30 anni di differenza di età, ho stretto nel tempo una grande
amicizia, un rapporto sincero e affettuoso; la sua scomparsa mi rattrista molto ma
contemporaneamente sono anche felice, perché adesso è tornato a rivedere la sua amata
Carlina scomparsa circa 10 anni fa, e per la quale nutriva ancora un tenero amore, come se non fosse mai andata via. Mi ricordo quando lo incontrammo al Circolo della Vela con in mano un mazzo di fiori, e ci disse: “Domani vado a Firenze a portarli al cimitero alla mi' Carlina”. Questo era Arnaldo, un uomo buono con un grande cuore.
Sii felice nel grande oceano dei cieli
il tuo amico Riccardo Francalanci