Piero e il gabbiano

Questa è una storia vera, in cui come sempre qualcuno fa “il cattivo”, qualcuno osserva con distacco, e un po’ tutti – purtroppo – perdono un pezzetto di poesia. Ma coloro che ne sono stati coinvolti l’hanno vissuta in maniera profonda, con la sensazione di aver incontrato un animale davvero speciale…

Il gabbiano, anzi la “gabbiana scarruffata”, girava da oltre due anni tra lo scalo del porto e la spiaggetta di sassi, lungo il nostro bel lungomare. Un’ala contorta, ruotata in maniera incongrua, puntava al cielo: lo spazio infinito dove il resto del corpo goffo non sarebbe mai potuto salire. Era probabilmente un difetto imputabile a un incontro involontario con una rete, o forse a un “mestiere” impigliatosi in maniera subdola e dal cui abbraccio non è stata capace di sottrarsi, se non a prezzo di una grave e duratura infermità.

Data per spacciata, ma ben difficilmente acciuffabile (fidarsi è bene, pensava, ma…) si trascinava con la livrea ancora giovanile tra gli anfratti della Fenicia e le auto in sosta, mettendo a dura prova di continuo quell’avanzo di vita in barba ai continui assalti di gatti randagi o cani sciolti, sempre attratti da una simile appetitosa preda. Il passare del tempo (numerosi morsi inclusi) l’aveva comunque irrobustita; il cibo (a prezzo di una dura lotta coi colleghi e rivali adulti e sani, per di più capaci di volare) non mancava, grazie alle attenzioni dei pescatori che prendono talvolta a cuore le creature meno fortunate, quando bazzicano vicino alle barche. Poi qualcuno più premuroso l’ha di fatto adottata, scoprendo che si trattava di una giovane femmina, esposta alle traversie di un mondo disattento. In effetti (mi immagino che pensasse così) meglio sopravvivere di espedienti che essere agguantati dai turisti maldestri convinti di poter rimediare in fretta e furia a una slogatura oramai cronica. La regola per campare era scappare sempre… meno che da Piero, che senza troppa invadenza gli gettava piccoli pesci per il nutrimento del corpo che, di fatto, migliorava in maniera sensibile. Piccoli salti, e tuffi arrangiati dal pontile per una nuotata tra simili, la facevano sembrare quasi normale. Vista da lontano faceva sempre una certa figura, con in più il segno distintivo di quelle “piume al vento” del tutto incongrue.

Anche Lucia (ma non solo) aveva capito che senza qualche attenzione extra la vita della gabbianella sarebbe stata troppo difficile, per cui ogni giorno lasciava ben colma di acqua fresca la ciotola dei cani di fronte alla bottega. E lei con fare circospetto arrivava per bere e darsi una rassettata col becco, spruzzandosi l’acqua su tutto il corpo. Alle volte, se spaventata da un passante troppo invadente, decideva di entrare saltellando in negozio, per poi allontanarsi a pericolo scomparso. Una bella cacca segnava di solito il pavimento, a mo’ di un originale saluto.

Al momento della partenza di fine stagione ci rimaneva un po’ di ansia per le sorti del volatile invalido. Ma eravamo tranquilli: alla gabbiana ci avrebbe pensato Piero! E lui un giorno dopo l’altro se ne prendeva cura, mentre c’era chi pensava comunque a rifornire di acqua la ciotola di bottega. Ma (annunciata dal meteo in TV che peraltro a certe specie animali dice poco o nulla) una importante burrasca era in agguato e, contro l’infuriare degli elementi e il vento prepotente, poco o nulla ha potuto la povera bestia, tanto che era scomparsa dalla Marina e tutti l’avevano data per defunta…però ecco che venne individuata (smagrita e acciaccata più che in passato) sulla spiaggetta del Bagno, dove era stata trascinata dal mare tempestoso. Impossibile rientrare verso il porto, nuotando contro corrente, ma qui intervenne il suo angelo custode: Piero, appresa la notizia, con la sua Vespina arriva al Bagno, cattura la bestiola (non senza fatica) e la riconsegna alle genti di mare in paese che, (seppur facendo finta di nulla) si erano un po’ preoccupate per la sua scomparsa. Lei ricomincia a mangiare e bere - nel frattempo ha fatto la muta del piumaggio che risulta quindi decoroso, da animale adulto – e rimette su un po’ di peso. L’arrivo della Primavera (in piena emergenza Covid) la rivede passeggiare e aggregarsi presso il Circolo con altri volatili di specie diverse, in una sorta di “assembramento” senza regole, sempre grazie alla grade passione di Piero.

La storia termina nel peggiore dei modi: alcune settimane fa, tra i “si dice” sussurrati, forse - ma noi vorremmo non crederci - un gruppo di ragazzotti più annoiati del solito ha deciso che era giunto il momento di sopprimere quella strana creatura incapace di prendere il volo e quindi di sottrarsi alle loro continue molestie… chissà?! Di fatto la gabbianella di Piero non si è più fatta vedere!

Popi 2020

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